giovedì 24 luglio 2008

L'imperio della legge

Prende la parola il magistrato Bruno Tinti, farfallino verde un po' pacchiano e parlata da professore di storia: "Ho ricevuto il pdf del libro stamattina e non l'ho ancora finito sebbene sia veloce a leggere...quindi del Bavaglio posso dire poco". E allora la sua attenzione si focalizza su un altro aspetto. Perchè è nato il libro? Dice che fra le cose gravi che ha fatto il governo fino ad ora, ce n'è una che è peggiore di tutte le altre. Il Lodo Alfano. Questa e le altre (sospensione dei processi, pacchetto sicurezza) sono dovute all'incapacità tecnica di chi scrive le leggi di fare qualcosa di sensato. Poi parte con un excursus storico molto interessante.

Nel Medioevo il governatore traeva il suo potere da un concetto di legittimazione: Dio lo incoronava imperatore, pensiamo a Carlo Magno per esempio. Dio lo investe di questa carica. Poi il figlio del re sarà di diritto il successore al trono. Ciò è molto pericoloso. Più pericoloso di un tiranno per esempio africano che conquista il potere con le armi: ci sarà pur sempre una coalizione che si ribella, una rivolta che porta alla sua deposizione o alla sua morte. Questo perchè è un tiranno nato con la violenza, ma il potente legittimato da Dio è al potere legalmente. Al di sopra della legge.

Con la democrazia le cose sono cambiate. Cos'è la democrazia? E' la possibilità di scegliere chi ci governa. Bene, ma è soprattutto l'imperio della legge. Tutti sono uguali di fronte alla legge. Non ci possono essere dei potenti al di sopra della legge. Il Lodo Alfano trae origine dalla convinzione opposta al concetto di democrazia: Berlusconi è stato legittimato dal voto popolare (equivalente del Dio medioevale) e non ha bisogno di sottoporsi alla legalità. Celebre una frase del premier: "Gli italiani sapevano chi ero e mi hanno votato". Quello che dimentica Berlusconi è che un altro fondamento della democrazia è il rispetto per tutti i cittadini. La fiducia l'ha avuta. Il 70 % del popolo l'ha votato, ma dell'altro 30 % che ne facciamo? Tutti i cittadini devono essere governati nel rispetto.

Tinti continua il suo discorso inoltrandosi in un campo che giudico minato e sul quale non mi trovo molto d'accordo. "Bossi ha proposto dei giudici eletti dal popolo. Non è una novità, in America c'è già una cosa del genere. Ma come fa un negro a sentirsi garantito in una contea di bianchi che hanno eletto un giudice bianco?" Forse il riferimento di Tinti era relativo al fatto che anche qui in Italia ci potrebbe essere questo "dubbio di garanzia", ma comunque la proposta di Bossi non mi vede del tutto contrario e andrebbe analizzata più a fondo. La sentenza: "Gli italiani non sono tutti berlusconizzati!" (e meno male).

Arriva la conclusione. Le alte cariche dello stato diventano, con il Lodo, immuni per qualsiasi reato (per la durata in un mandato, ma Berlusconi salirà al Colle sarà immuno praticamente a vita) che faranno e che hanno commesso in passato (anche 30 anni fa). Tinti poi mette sul tavolo un caso molto terra terra, che rende l'idea del pericolo di questo Lodo. In Italia abbiamo quattro regioni sottratte al controllo dello stato: le politiche siciliana, pugliese, campana e calabrese sono inquinate dalla mafia. può tranquillamente succedere che qualche malvivente, sfruttando favori, ricatti e quant'altro diventi senatore o deputato e poi il balzo successivo lo renderebbe al di sopra delle leggi. Un criminale che diventa automaticamente immune. Un pericolo che ora diventa reale, col consenso della legge. Le ultime parole pronunciate con tono teatrale strappano l'applauso della platea: "Sono sconvolto da questo scenario". Domani riferirò l'incalzante discorso di Peter Gomez. Stay tuned.

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